venerdì 3 aprile 2009

L'inizio


La luce bluastra che dipingeva il manto nevoso,annunciava che un’altra notte gelida d’inverno stava per cominciare,Angelo richiuse le finestre,si avvicinò verso il fuoco,riprese il suo libro e si protrasse verso le fiamme,leggeva ed ascoltava.
Le notti d’inverno negli altopiani silani sono come lunghe passeggiate dentro se stessi,sono lo spazio di confine che passa fra l’ondivagare irrequieto e il meditare pensoso,sono tempo che ferma il tempo, e ti impone d’ammirarlo.
In quelle notti senti che anche il tuo piccolo ruolo,il tuo piccolo essere e segnare il mondo e la vita ha un senso,di colpo ti ritrovi d’avanti alla storia,la tua,per riconoscerla e volerla migliorare.
In queste notti di lento respiro,viveva la sua tarda età Angelo,che ripensava al passato immaginando il futuro.
Marina entrò,con i suoi modi sbrigativi e decisi,al fluttuare leggero del pensiero faceva da contro peso un’anima concreta e leale,che con un sorriso serafico si rivolse al suo compagno.
- Hanno poi vinto qualche volta questi indiani d’america o no? ..
Lunga pausa,mentre freenetica si muoveva per la stanza,
- siamo sempre colpiti dalla forza dei più deboli eh…
poi con voce seriosa.
- .hai già fatto abbastanza..vieni di là che fra poco si cena.
Richiuse la porta alle sue spalle,lo rilasciava lì,nuovamente solo ,dopo aver assistito a quel funanbolico scorrere di emozioni ed azioni..lui rifletteva sul perché delle cose,la gente da molto tempo aveva deciso di lottare sul come realizzarle,erano prospettive diverse,erano modi antitetici di guardare specularmente il futuro.
Angelo chiuse il libro,gli Irochesi fino a quel momento ottenevano un buon risultato,avevano formato la grande nazione indiana,con le sei tribù.
Un minimo di razionalità davanti alla catastrofe imminente.
Aveva ragione lei sospirò Angelo,si è sempre colpiti dalla forza di chi è più debole.
Il fuoco ardeva limpido nel camino ai piedi della Sila,mentre Angelo meditava la sua tarda età, aspettando il disgelo.

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